Piano di sviluppo agroforestale

Sostenibilità e collaborazioni

le collaborazioni

Sin da subito la nuova Proprietà ha inteso implementare un piano di rilancio della tenuta in ottica di sviluppo sostenibile.

È stata infatti sviluppata una collaborazione con il prof. Luca Sebastiani della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Sotto la sua supervisione è stata realizzata un’accurata analisi della tenuta: conformazione dei boschi, analisi del terreno, analisi delle acque del torrente che attraversa la tenuta, mappatura dei sentieri e dei ruderi presenti.

Il tutto con l’obiettivo di un rilancio della tenuta che coniughi valori ambientali, sociali ed economici.

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La Gestione Forestale Sostenibile

Per la parte boschiva è stato deciso di implementare un piano per arrivare alla certificazione di Gestione Forestale Sostenibile (secondo i parametri del Pefc Italia) dell’intera tenuta.

Gestire una tenuta secondo i criteri della GFS significa mettere sul mercato legno e suoi derivati di cui si conosce la provenienza e la correttezza nel piano di tagli e significa che le attività naturali, economiche e eventualmente turistiche, sono realizzate secondo criteri di efficienza ecosistemica.

Non esiste alcun obbligo di legge in tal senso, portare la tenuta alla certificazione di sostenibilità è un atto di responsabilità che la nuova Proprietà si assume nei confronti di tutti gli stakeholder di Borgo di Perolla, compresi i futuri turisti.

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La gestione forestale sostenibile è un approccio quindi che mira a mantenere e migliorare la salute e gli equilibri degli ecosistemi forestali, garantendo allo stesso tempo la soddisfazione delle esigenze sociali, economiche e ambientali delle generazioni attuali e future.
Questo approccio rispetta alcuni principi fondamentali:

  • Conservazione della biodiversità: Proteggere la varietà di specie vegetali e animali e i loro habitat naturali, allo scopo di preservare l’equilibrio degli ecosistemi. In questa ottica si sta mappando la possibilità di costruire «piste tagliafuoco» per evitare il propagarsi di eventuali incendi.
  • Utilizzo responsabile delle risorse: sfruttare le risorse forestali, come legname e prodotti non legnosi, in modo scientificamente bilanciato, per non compromettere la capacità delle foreste di rigenerarsi e prosperare.
  • Coinvolgimento delle comunità locali: assicurarsi che le popolazioni e le comunità locali siano coinvolte nella pianificazione e nella gestione delle risorse forestali, rispettando i loro diritti e conoscenze tradizionali.
  • Protezione del suolo e dell’acqua: adottare pratiche volte a preservare la qualità del suolo e delle risorse idriche, prevenendo l’erosione e l’inquinamento.
  • Resilienza ai cambiamenti climatici: Adottare strategie che migliorino la capacità delle foreste di adattarsi ai cambiamenti climatici, contribuendo anche alla mitigazione degli effetti di tali cambiamenti.
  • Pianificazione a lungo termine: Sviluppare piani di gestione che considerino l’impatto delle attività forestali nel lungo periodo, promuovendo un equilibrio tra le esigenze economiche e la conservazione ambientale.

In sintesi, la gestione forestale sostenibile cerca di trovare un equilibrio tra l’uso delle risorse forestali e la protezione dell’ambiente, per garantire la salute e la vitalità delle foreste.

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Il ripristino degli uliveti

Nella tenuta ci sono tre uliveti per un totale di 30 ettari; tutte piante della varietà moracciolo, una delle più tipiche toscane e di maggior qualità.
La fase di studio e di analisi ha permesso di identificare gli interventi necessari per riattivare la produttività degli uliveti che avevano sofferto la mancanza di manutenzione negli ultimi anni.
A febbraio–marzo 2024 sono state implementate le azioni di pulizia dei terreni, ripristino e potatura delle piante e già la raccolta autunnale è stata abbondante e di ottima qualità. Presto nascerà un brand di extravergine Borgo di Perolla.

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La zootecnia

Sono allo studio anche progetti di zootecnia per la rivalutazione di razze bovine e suine autoctone (la vacca maremmana e la cinta senese).

La valorizzazione di queste razze – che lo sviluppo di una zootecnia che guardava solo ai valori economici ha reso più rare – rientra perfettamente nella filosofia di sviluppo sostenibile del Borgo.
La salvaguardia delle specie autoctone è infatti importante per ragioni diverse, non solo ecologiche ma anche economiche e culturali.

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  1. Biodiversità: Le razze autoctone rappresentano un patrimonio genetico unico. La loro conservazione contribuisce a mantenere la biodiversità, essenziale per la resilienza degli ecosistemi e per la capacità di adattamento alle sfide future, come i cambiamenti climatici e le malattie.
  2. Adattamento locale: Le specie autoctone sono spesso meglio adattate alle condizioni ambientali locali, come il clima, il tipo di terreno e le risorse disponibili. Questo le rende più resilienti e produttive in contesti specifici, rispetto a razze non locali che potrebbero non adattarsi altrettanto bene.
  3. Sostenibilità: La zootecnia basata su razze autoctone può contribuire a pratiche agricole più sostenibili, perché tendono a richiedere meno input esterni, come mangimi e medicinali, e possono anche essere più efficienti nell’uso delle risorse.
  4. Valore culturale e identità: Le specie autoctone spesso hanno un forte legame con le tradizioni locali e le culture. La loro salvaguardia contribuisce a mantenere vive le tradizioni agricole e alimentari, parte integrante dell’identità culturale di una comunità.
  5. Economia locale: Sostenere le razze autoctone può avere benefici economici per le comunità locali: possono essere utilizzate per produrre prodotti tipici e di alta qualità, valorizzabili attraverso il marchio di origine e l’agricoltura biologica, attirando così consumatori interessati a prodotti sostenibili e locali.
  6. Salute animale e benessere: Le razze autoctone tendono a sviluppare una maggiore resistenza alle malattie rispetto alle razze commerciali, riducendo la necessità di trattamenti farmacologici e migliorando il benessere animale.
  7. Conservazione delle risorse genetiche: La perdita di razze autoctone può portare a una riduzione delle risorse genetiche disponibili per future pratiche di allevamento. Preservare queste razze offre opportunità per miglioramenti genetici e per rispondere a future sfide in zootecnia.
In sintesi, la salvaguardia delle specie autoctone in zootecnia non è solo una questione di conservazione, ma anche un’opportunità per promuovere pratiche agricole sostenibili, valorizzare il patrimonio culturale e contribuire a un’economia locale più resiliente.